Claudio Bolle

 

Per i pochi che avessero interesse alla mia persona, qualche notizia.

 

Sono nato e ho sempre vissuto a Vicenza, fino a quando mi sono sposato e sono andato ad abitare ad Altavilla, un paese confinante.

Ho lavorato ai massimi livelli in note aziende della zona, nell'area amministrazione e controllo, con compiti paralleli che hanno toccato personale e informatica, per poi intraprendere la strada della consulenza e dall’inizio del 2022 mi godo la meritata pensione.

 

Potete trovare la storia delle mie pubblicazioni nelle pagine specifiche.

A ottobre 2019 ho deciso di portare i titoli già pubblicati e i successivi nella piattaforma KDP, ovvero Kindle Direct Publishing di Amazon, sperando di avere maggiore visibilità anche per gli altri progetti che avevo in gestazione, ancora nell'ambito dell'avventura fantastica e più o meno storica.

Aggiorno il sito man mano che ho novità, adesso a marzo 2024.

Stavolta ho fatto un ulteriore restyling.

 

Una delle mie passioni di sempre è la musica: ho sempre suonato, come tastierista o chitarrista in molti gruppi della mia zona, rockettaro fino al midollo.

E fin da ragazzino ho sempre letto molto: Salgari e Kipling, oltre ai soliti fumetti. Successivamente mi sono appassionato soprattutto alla fantascienza, nelle sue molteplici sfaccettature: classica, tecnologica, sociale, strana.

Leggevo anche gialli, o per meglio dire polizieschi e libri di spionaggio, niente di troppo impegnativo, in fondo andavo ancora a scuola. Poi mi sono appassionato a libri d'avventura, in particolare a Wilbur Smith e Ken Follett.

Ho sempre evitato accuratamente altri generi, che considero noiosi e spesso ben più fantasiosi della fantascienza. Opinione personale, che dubito cambierò mai.

Altra passione, relativamente recente, sono i giochi strategici, dei quali sono un vero esperto, con una buona reputazione su siti internazionali, anche grazie a modifiche che ho pubblicato e che hanno incontrato un discreto quanto inatteso favore.

 

Un giorno ho sentito prepotente il bisogno di scrivere una storia, ritenendo di non arrivare a cinquanta pagine, scritte in qualche modo, per me. Dovevo decidere personaggi, ambientazione, tempo e luogo e mi sono ampiamente documentato, per trovare un periodo e una collocazione storici perfetti per la storia che avevo in mente:

La Roma di Tiberio.

Ho pensato a come iniziarla - la parte più difficile - poi la vicenda si è sviluppata quasi autonomamente.

Arrivato a circa duecento pagine avevo appena cominciato, le idee venivano da sole, i dialoghi fluivano e i personaggi erano sempre più delineati, al punto da prendermi la mano.

Arrivato a circa quattrocento ho cominciato il secondo, ritenendo un romanzo più lungo eccessivo per un esordiente. Cominciavo a crederci e l'amico di sempre mi ha incoraggiato a farlo.

Dopo varie revisioni ho deciso di sottoporre la storia ad alcuni editori, senza ricevere risposta per circa sei mesi, quando una piccola Casa Editrice mi ha offerto di pubblicarlo, e da lì tutto è cominciato: qualche copia venduta e buone critiche, che mi hanno spinto ad andare avanti, affinando la conoscenza degli strumenti e forse anche lo stile. E mi sono reso conto che la parte creativa è la più importante, ma la minore in termini di tempo.

Ormai la Saga è completa, ho pubblicato altro e ho in gestazione altri progetti, alcuni molto diversi.

Direi quindi che alla fine mi sono scoperto scrittore e finora, nonostante gli scarsi mezzi di cui dispongo per farmi conoscere, l'incoraggiamento di critici e lettori sembra confermarlo.